L’appuntamento è al bar del solito albergo. Tu sei seduto su uno sgabello alto al banco del bar e stai bevendo una cosa. Io arrivo e mi siedo sullo sgabello vicino a te. Più che seduta sono appoggiata col culo e tengo una gamba tesa. Ho i jeans, sono rossa in volto e mi mordo le labbra. Tu mi vedi molto strana e mi proponi di sederci a un tavolo, ma io ti dico di no e ti prendo la mano e l’appoggio sulla figa. Tu senti la stoffa tesa dei jeans ma senti anche un’altra cosa, una forte vibrazione. In realtà ho fatto un esperimento, cioè mi sono infilata il vibratore nei jeans che per la robustezza della stoffa fa in modo che la vibrazione mi arrivi tutta nella figa senza dispersioni. Vedo che i tuoi calzoni cominciano a rivelare che il tuo cazzo si sta ingrossando molto. Mi dici di andare subito in camera ma io voglio ancora aspettare e ti racconto di cosa ho fatto prima di venire al tuo appuntamento.
Sono uscita dall’albergo forse mezz’ora prima, senza mutandine e col vibratore spento già nei pantaloni. Sono andata in metropolitana, era l’ora di punta, e prima di salire sul vagone ho acceso il vibratore e me lo sono sistemato meglio. E’ stata una cosa tremenda, ero praticamente attaccata a due o tre maschietti e continuavo ad avere orgasmi senza poter urlare né mugolare. Io continuavo a muovermi facendo finta di essere sballottata dai movimenti del treno e sentivo il corpo dei ragazzi che mi toccavano e si scusavano. Io non rispondevo e continuavo con gli orgasmi. Uno di una certa età, avrà avuto una cinquantina d’anni, deve aver capito qualcosa perché continuava a fissarmi fino a che si è avvicinato e ha cominciato a toccarmi il sedere. Io ho fatto finta di niente e senza parere gli ho messo una mano sul cazzo che, ho scoperto, era durissimo. Mi sono appoggiata con la schiena davanti a lui e tenendo la mano dietro gli toccavo il cazzo. Il vagone era veramente pieno e nessuno poteva vedere cosa succedeva sotto la cintura. Gli ho preso la mano e me la sono appoggiata sulla figa come ho fatto con te per fargli capire esattamente cosa stava succedendo. E ha cominciato ad ansimare, si è aperta la zip dei calzoni e a tirato fuori il cazzo che ho cominciato subito a menare. Dopo meno di un minuto ha sborrato e il treno si è fermato e io sono scesa per venire da te.
E adesso andiamo in camera. In ascensore hai cominciato a baciarmi e abbracciarmi premendo il tuo cazzo sulla mia figa, anzi, sul mio vibratore e hai cominciato a muoverti per sentire bene le vibrazioni.
Arrivati in camera ci siamo spogliati in due secondi e tu hai cominciato a mettermelo nella figa perché non resistevi più. Io ti ho bloccato e ti ho detto di fermarti e non muoverti. Ho aperto il cassetto del comodino, ho tirato fuori un cazzo di gel, me lo sono infilato nella figa e, in piedi davanti a te ho cominciato a chiavarmi da sola. Tu sembravi impazzire e allora mi sono messa alla pecorina e ti ho ordinato di infilarmi il cazzo nel culetto, mentre io continuavo il lavoretto nella figa. E dopo pochi secondi hai sborrato e mi hai riempito il culo. Poi la solita cosa che facciamo sempre, un pompino col cazzo floscio e poi i tuo cazzo nella figa, ormai completamente distrutta da tanti orgasmi.