(Segue da Steso nel Buio parte 9) Rosa, ancora faccia al muro, si tira su le mutandine e si sistema la gonna. Resta qualche istante ferma, le manine appoggiate al muro, sembra un cucciolo tremante. Ed il mio sentirmi un verme cresce esponenzialmente. Rosa si gira di scatto e mi si butta tra le braccia stringendomi con una forza che comunica più di quanto la mia scialba interiorità possa aver mai contenuto. Un sentimento vero, un dolore di ghiaccio da scacciare nel calore di un abbraccio, uno stupore doppio di rigetto e di ritorno, di volo che finalmente è giunto al nido. Mi affonda le dita nei panni, nella carne, mi spinge il viso sul collo, aderisce a me con tutto il corpo chiedendo amore e rassicurazione. Dal canto mio non mi resta che cercare di imitarla, di restituirle, simulando con l'angoscia alla gola, almeno una parte del trasporto col quale si sta abbandonando a me. Certo, mentre la stringo non riesco a non pensare al suo culo aperto che starà facendo colare nelle mutandine l'eredità di Luisa. Scaccio questi pensieri bestemmiandomi, ma quelli tornano. "AmoremioAmoremioAmoremioAmoremio", dice stringendomi sempre più forte, "dimentichiamo tutto, è passato, cancellato. Oggi nasce un amore, andiamocelo a prendere, sì?" "Certo tesoro", sono in gabbia, una seconda gabbia,forse ancora più ingombrante della prima, "ti accompagno a casa?" "Sì, andiamo amore mio".E via in motorino, benedico per la prima volta il fracasso della marmitta che ci impedisce di parlare, che mi concede un attimo di solitudine alla disperata ricerca di una via di fuga senza risultati catastrofici. Ma d'altra parte neanche lei sembra voler parlare. Le braccia arrotolate attorno alla mia vita forteforte, la testa appoggiata tra le mie scapole, in dolce abbandono. Rosa, come dicevo, non è mai stata il mio tipo neanche come amica, non so cosa ci trovi Michele. è femminuccia. Tutta cerimonie, pippippippi, e vestitini rosa coi fiocchetti confetto e la borsetta alla moda, e si lamenta e non le sta mai bene niente. Ma se fino a mezz'ora fa mi stava quasi ufficialmente sulle palle, cero non meritava quello che le stavo facendo, e non riuscivo a non sentire il bisogno di fare un passo verso di lei. Meglio, quel che meritasse non lo sapevo, ma ero in ballo e per il momento mi toccava ballare, facendo attenzione a non peggiorare le cose. Fisicamente, poi, di viso era slavatella. Capelli biondini lisci ed impalpabili, senza carattere, non un lineamento del viso che fosse uno che attirasse l'attenzione. Il suo ovale era proprio ovale, di una regolarità quasi informe. Occhi nocciola, belle labbra rosa e carnose, quelle si. Non brutta, assolutamente, ma insignificante. Appena in carne, però bisogna ammettere che aveva un culetto per niente male e delle tette enormi. Arrivati sotto il suo portone mi fa: "Ora che abbiamo dimenticato, bisogna che ci sia qualcosa di meraviglioso che ci ricordi questa serata stramba. Dai, resta a dormire da me." "Rosa, vorrei tanto, lo sai, ma stanotte proprio non posso. Domani devo vedere il prof. ed ho una serie di cose da mettere a posto" (era una scusa, ma questa volta era vera. Grande prof. se mi togli dagli impicci anche solo per questa notte, ti faccio un monumento) "Tesoro, io ci tengo alle tue cose e farò di tutto per farti lavorare in serenità, perché ti amo veramente. Ma stanotte ci sono delle priorità e se te ne andassi questa proprio non te la perdonerei" Ecco, stasera mi ha perdonato ben altro e non concede nulla al mio (strumentale) senso del dovere. Ma poi tutti questi ti amo, ti amo veramente, così all'imporvviso, dall'oggi al domani, dopo un'inculata. Vedi, ecco quello che non sopporto di Rosa, la principessa nel mondo dei sogni. L'amore è una cosa seria. "D'accordo tesoro" mi mordo la lingua "hai ragione, lo desidero tanto anche io. E salii
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